Venticinquemila persone in due giorni e grande finale per la XIV edizione del Neapolis Festival.
Gli organizzatori dichiarano di aver raggiunto un successo strepitoso e sulle ali dell'entusiasmo si pensa già alla quindicesima edizione del 2011.
Si è chiusa col botto questa edizione del Neapolis festival, grazie al funky e all’energia dei Jamiroquai che hanno fatto calare il sipario di questa quattordicesima edizione del festival napoletano.
Un cartellone che mescolava generi e personalità diverse. Dai giovani californiani The Morning Benders ai navigati Carbon/Silicon (Mick Jones, ex Clash, e Tony James, ex Generation X), dal funky dei Jamiroquai al dancefloor di Fatboy Slim, passando per le sonorità partenopee dei 24 Grana, e la freschezza dei Perturbazione e degli Atari. Buona l’accoglienza del pubblico per Yann Tiersen il quale, però, ha rifiutato all’ultimo istante l’incontro coi giornalisti, fissato prima del concerto, snobbando i circa trenta giornalisti che lo attendevano in sala stampa.
Gli incontri con i giornalisti, che hanno fatto da contorno al festival, hanno toccato il top con i Carbon/Silicon al gran completo. Botta e risposta con i giornalisti, con l’immagine dei Clash che aleggiava sui quattro. Jones e James mattatori, ovviamente, i quali hanno sottolineato l’importanza della rete nella musica, loro che permettono di scaricare i loro album dal proprio sito: “A noi non importa fare soldi con la musica, diciamo che non ne abbiamo bisogno, quello che ci importa è farla ascoltare al maggior numero di gente possibile, e la rete ce lo concede”. In grande spolvero l’ex Clash.
Tra gli altri, anche Atari e the Morning Benders hanno fatto la loro apparizione con la stampa. I primi hanno parlato dell’album che verrà, un album sicuramente più maturo rispetto al precedente. Invece il gruppo americano ha spiegato come sia avvenuto il loro passaggio a un’etichetta storica come la Rough Trade, una realtà grande, ma non troppo, così da non soffocarli. Nonostante abbiano suonato per secondi ( dopo i Trikobalto - con alla voce l'attore Marco Cocci- ), i The Morning Benders hanno dato un’ottima impressione al pubblico che mano mano riempiva l’area antistante al palco.Anche i Perturbazione, Velvet e the Niro hanno contribuito ad un intenso lavoro per i giornalisti, tutti hanno elogiato il festival e lo spirito che si respirava.
Di anni 80 e forni a microonde distrutti sul palco, con una mazza da baseball, oltre che di tanta energia, è stato il concerto di uno dei gruppi seminali del post-punk: i Gang of Four.
Venticinquemila persone hanno contribuito a evidenziare l’importanza di un Festival storico che quest’anno è stato snobbato dalle Istituzioni, che hanno prediletto progetti piccoli o peggio con una programmazione last minute che non puo' garantire qualità.Il Neapolis ha dimostrato di essere un progetto culturale e imprenditoriale autonomo che anche senza finaziamenti pubblici/privati puo' concretizzarsi senza perdersi in professionalità e ricerca artistica. Soprattutto il dato delle presenze e i ringraziamenti degli artisti hanno evidenziato ancora una volta – e questo è quello che interessa agli organizzatori - come al Sud ci sia tantissima voglia di buona musica.
Il Neapolis continuerà così anche l’anno prossimo e oggi si conferma sempre più come uno dei festival di punta del cartellone europeo.Grandi star nazionali e internazionali e tanti giovani da far conoscere al nostro pubblico, a cui va sempre il ringraziamento più grande.
Gli organizzatori dichiarano di aver raggiunto un successo strepitoso e sulle ali dell'entusiasmo si pensa già alla quindicesima edizione del 2011.
Si è chiusa col botto questa edizione del Neapolis festival, grazie al funky e all’energia dei Jamiroquai che hanno fatto calare il sipario di questa quattordicesima edizione del festival napoletano.
Un cartellone che mescolava generi e personalità diverse. Dai giovani californiani The Morning Benders ai navigati Carbon/Silicon (Mick Jones, ex Clash, e Tony James, ex Generation X), dal funky dei Jamiroquai al dancefloor di Fatboy Slim, passando per le sonorità partenopee dei 24 Grana, e la freschezza dei Perturbazione e degli Atari. Buona l’accoglienza del pubblico per Yann Tiersen il quale, però, ha rifiutato all’ultimo istante l’incontro coi giornalisti, fissato prima del concerto, snobbando i circa trenta giornalisti che lo attendevano in sala stampa.
Gli incontri con i giornalisti, che hanno fatto da contorno al festival, hanno toccato il top con i Carbon/Silicon al gran completo. Botta e risposta con i giornalisti, con l’immagine dei Clash che aleggiava sui quattro. Jones e James mattatori, ovviamente, i quali hanno sottolineato l’importanza della rete nella musica, loro che permettono di scaricare i loro album dal proprio sito: “A noi non importa fare soldi con la musica, diciamo che non ne abbiamo bisogno, quello che ci importa è farla ascoltare al maggior numero di gente possibile, e la rete ce lo concede”. In grande spolvero l’ex Clash.
Tra gli altri, anche Atari e the Morning Benders hanno fatto la loro apparizione con la stampa. I primi hanno parlato dell’album che verrà, un album sicuramente più maturo rispetto al precedente. Invece il gruppo americano ha spiegato come sia avvenuto il loro passaggio a un’etichetta storica come la Rough Trade, una realtà grande, ma non troppo, così da non soffocarli. Nonostante abbiano suonato per secondi ( dopo i Trikobalto - con alla voce l'attore Marco Cocci- ), i The Morning Benders hanno dato un’ottima impressione al pubblico che mano mano riempiva l’area antistante al palco.Anche i Perturbazione, Velvet e the Niro hanno contribuito ad un intenso lavoro per i giornalisti, tutti hanno elogiato il festival e lo spirito che si respirava.
Di anni 80 e forni a microonde distrutti sul palco, con una mazza da baseball, oltre che di tanta energia, è stato il concerto di uno dei gruppi seminali del post-punk: i Gang of Four.
Venticinquemila persone hanno contribuito a evidenziare l’importanza di un Festival storico che quest’anno è stato snobbato dalle Istituzioni, che hanno prediletto progetti piccoli o peggio con una programmazione last minute che non puo' garantire qualità.Il Neapolis ha dimostrato di essere un progetto culturale e imprenditoriale autonomo che anche senza finaziamenti pubblici/privati puo' concretizzarsi senza perdersi in professionalità e ricerca artistica. Soprattutto il dato delle presenze e i ringraziamenti degli artisti hanno evidenziato ancora una volta – e questo è quello che interessa agli organizzatori - come al Sud ci sia tantissima voglia di buona musica.
Il Neapolis continuerà così anche l’anno prossimo e oggi si conferma sempre più come uno dei festival di punta del cartellone europeo.Grandi star nazionali e internazionali e tanti giovani da far conoscere al nostro pubblico, a cui va sempre il ringraziamento più grande.